
Titolo dell’opera:
“Pensiero debole. La Rinascita”
Tecnica: collage, fondo argento falso
2014 – 0,86×1.20 cm
L’opera “pensiero debole. La Rinascita”, attraverso una reiterazione infinita di immagini-simbolo, elaborate in maniera artigianale con utilizzo della tecnica del collage, rappresenta la mia rinascita, ovvero, la mia vittoria contro la bulimia.
Le immagini stereotipate, riprese dal mondo glamour e pubblicitario come: rossetti, silhouette, il barattolo della Nutella e gli hamburger, non sono altro che codici di comunicazione offerti al fruitore in modo da dargli la possibilità di interpretare il delicato tema in maniera non convenzionale, ironica e sdrammatizzante, il tutto servito su un piatto d’argento.
Io sono sempre presente, in ogni dettaglio dell’opera, colta in flagrante, con il mio bel faccino, le mie gambe da ballerina, una tavola del wc come tatù e il mio busto trasformato in barattolo di Nutella, non sono tragica, mi diverto a danzare intorno a tutto ciò che prima mi stava facendo del male, ormai l’ho superata.
L’intera composizione gioca sulla ripetizione e sull’esasperazione delle immagini creando una giostra danzante piena di colore e ritmo, sotto la quale, in maniera sottile e delicata si mascherano turbamenti e sensazioni vissute da me in prima persona durante il mio percorso di rinascita e di riconquista di me stessa.
Il water, situato al centro dell’opera è il centro di “sfogo” dei disagi alimentari ed emotivi di chi soffre di questa patologia.
La ripetizione di bocche, occhi, lingue e gambe sinuose rispecchiano le sensazioni fisiche ed emotive del bulimico mentre rigetta il suo dolore.
La figura di una donna imbellettata con lo sguardo fisso rivolto all’osservatore sembra dirgli “attento, fai silenzio, non disturbare”, questo perché il bulimico vive in un suo mondo segreto, lontano dagli sguardi degli altri, ma ecco sbucare nella parte inferiore della composizione, la piccola figura, un po’ defilata e nascosta, di un uomo disperato, ovvero quegli altri, quelli che non capiscono il problema.
La rinascita dunque sta proprio nel riprendere in mano la propria vita, la propria identità, mostrandola all’altro, attraverso il linguaggio dell’arte, con coscienza e determinazione, senza più paura.

